Perché rimando sempre tutto?

procrastinare gli impegniEro arrivata al punto di non voler andare più in università, non volevo incontrare nè i docenti nè i miei compagni di corso; avevo paura che mi chiedessero come stavano procedendo i miei studi e io non volevo rispondere a questa domanda. Così ho iniziato ad evitare di andare a lezione e mi sono convinta che non mi sarei più laureata. Intanto incominciavo a dubitare anche delle mie capacità: la mia autostima era a terra. A casa mi mettevo davanti ai libri, ma poi mi dicevo che mi sarei messa a studiare più tardi. Continuavo a rimandare anche l’iscrizione in palestra. Avrei anche dovuto farmi prescrivere degli esami dal medico, ma continuavo a ripetermi che ci sarei andata il giorno dopo. Rinviavo continuamente, convinta che avrei fatto tutto il giorno dopo o nei giorni a venire. In realtà mi sono trovata a non combinare più nulla e a fare fatica a svolgere perfino le attività di ogni giorno.

A tutti noi capita di procrastinare, di rimandare compiti ed impegni, di posporre la realizzazione di un progetto, o perché c'è qualcosa che non ci piace in ciò che dobbiamo fare o perché preferiremmo fare qualcos'altro. A volte però la procrastinazione diventa quasi uno stile di vita, una modalità con la quale si evitano la maggior parte degli impegni e delle scadenze. Quando l’abitudine a procrastinare si consolida, generalmente finisce poi per influire su aree sempre più vaste della propria vita. Ci si ritrova quindi a rimandare costantemente l’inizio, la prosecuzione o il completamento di numerose attività. Questo atteggiamento può far insorgere problemi al lavoro e/o nella vita sociale e influenzare la fiducia che nutriamo nei confronti delle nostre stesse capacità. La procrastinazione di compiti e attività importanti interferisce con la produttività personale, impedisce di affrontare le sfide, di raggiungere i propri obiettivi e di realizzare le proprie aspirazioni e desideri.

Sono state individuate due tipologie di procrastinatori: quello “rilassato” e quello “preoccupato”:

  • il procrastinatore “rilassato” odia la routine, evita tutte le attività che considera noiose e ripetitive, ma è particolarmente efficiente nei confronti di tutto ciò che lo appassiona. Tende ad avviare nuovi progetti con grande entusiasmo ma, quando anche questi diventano routinari e noiosi, li abbandona e non li porta a termine. Nei casi più estremi questi soggetti tendono a modificare spesso il proprio percorso di studi, a cambiare lavoro, a non avere relazioni affettive stabili e durature, finendo per non impegnarsi mai in niente fino in fondo;
  • il procrastinatore “preoccupato” ha scarsa fiducia in se stesso e nelle proprie capacità, ha difficoltà a gestire lo stress e ha paure, timori e convinzioni irrazionali che gli impediscono di agire.

Le motivazioni psicologiche della procrastinazione:

  • Perfezionismo: la persona pensa di non essere in grado di affrontare un compito o un problema se non riesce a farlo in maniera perfetta e non si sente sicura delle proprie capacità e competenze. Questo modo di pensare è tipico di quegli studenti che sono convinti che passeranno un esame solo se studieranno tutto il programma alla perfezione. Non si sentono mai adeguatamente preparati e continuano a rimandare l’esame all’appello successivo.
  • Paura del fallimento: molte persone rimandano all’infinito le cose che vorrebbero fare per paura di fallire. Sono convinte che non riusciranno mai a raggiungere ciò a cui aspirano e quindi rinunciano a priori, pensando che non vale neppure la pena di tentare.
  • Paura del successo: le persone hanno paura del successo perchè temono di non meritarselo oppure perchè hanno il timore che gli altri si aspettino sempre di più da loro. Questo provoca ansia e stress.
  • Ribellione: rinviare all’infinito decisioni e iniziative può rappresentare una modalità per ribellarsi alle pressioni e alle aspettative altrui, ritenute intollerabili. Questa modalità di impedisce di sviluppare il proprio senso del dovere e di assumersi le responsabilità necessarie per condurre una vita adulta stabile.

Di seguito vengono proposti alcuni suggerimenti che possono aiutare chi si trova in difficoltà:

  • Identificare piccoli obiettivi: porsi piccoli obiettivi può aiutare a ridurre la sensazione di essere schiacciati e oppressi da compiti più impegnativi. E’ molto più semplice rimandare un progetto che richiede una settimana di lavoro piuttosto che un compito che può essere completato in venti minuti. Portando a termine piccoli compiti ogni giorno si arriverà a realizzare un progetto completo. Molte persone riferiscono che il solo porsi l’obiettivo di lavorare a qualcosa per 10 minuti rende più semplice il fatto di sedersi e farlo.
  • Stabilire una priorità nella lista delle cose da fare: può essere molto utile stabilire le priorità a ciò che dobbiamo compiere, utilizzando tre categorie:

- importante ed urgente: queste sono le incombenze da mettere in cima alla lista

- importante ma non urgente: sono quegli incarichi che dovrebbero essere in cima alla lista, ma che possono essere rimandati (ad esempio fare un esame medico, scrivere una mail, chiarire una situazione con una persona a noi vicina, etc...)

- urgente ma non importante: sono tutti quegli incarichi che possono e dovrebbero essere delegati.

  • Usare le inclinazioni individuali a proprio vantaggio: se si è più attenti e concentrati al mattino, sarebbe opportuno pianificare i compiti più difficili in quel momento della giornata. Se si ha più voglia di interagire con le persone dopo pranzo, è preferibile programmare riunioni o incontri di lavoro nel pomeriggio.
  • Affrontare le proprie paure: spesso quando facciamo qualcosa abbiamo paura di sbagliare, di fare brutta figura, di soffrire. Continuare a rimandare qualcosa per il timore di fallire non ci permette di confrontarci con le nostre reali capacità e quindi non ci consente neppure di ottenere successi e gratificazioni.
  • Fare le cose anche quando non si ha voglia: è importante fare ciò che dobbiamo anche quando non ci sentiamo pronti o vogliosi di farlo. Continuare a posticipare non farà che aumentare la nostra avversione nei confronti delle cose che non abbiamo voglia di fare.

Se il problema della procrastinazione è esteso e influenza la capacità di prendere importanti decisioni relative allo studio, al lavoro, alla creazione di legami affettivi stabili, potrebbe essere utile approfondire attraverso una terapia psicologica le motivazioni di tale blocco e risolvere le difficoltà che ci bloccano.

Per chi fosse interessato ad approfondire le tematiche relative al problema della procrastinazione con la dott.ssa Paola Marinoni, psicologa e psicoterapeuta a Saronno, è possibile chiamare il numero 340/2871971 oppure mandare una mail all’indirizzo info@psicologasaronno.it per prenotare un primo colloquio gratuito. E’ possibile consultare la pagina dei contatti.

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